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[Premessa: troverai varie chiavi di lettura. Se vuoi una sintesi va’ direttamente a: BATESSIMO DI GIOVANNI e PASQUA DI GESU’]

Dal libro del profeta Isaia (Apri la versione PDF)

Consolate, consolate il mio popolo –
dice il vostro Dio.
Parlate al cuore di Gerusalemme
e gridatele che la sua tribolazione è compiuta
la sua colpa è scontata,
perché ha ricevuto dalla mano del Signore
il doppio per tutti i suoi peccati».
Una voce grida:
«Nel deserto preparate la via al Signore,
spianate nella steppa la strada per il nostro Dio.
Ogni valle sia innalzata,
ogni monte e ogni colle siano abbassati;
il terreno accidentato si trasformi in piano
e quello scosceso in vallata.
Allora si rivelerà la gloria del Signore
e tutti gli uomini insieme la vedranno,
perché la bocca del Signore ha parlato».
Sali su un alto monte,
tu che annunci liete notizie a Sion!
Alza la tua voce con forza,
tu che annunci liete notizie a Gerusalemme.
Alza la voce, non temere;
annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio!
Ecco, il Signore Dio viene con potenza,
il suo braccio esercita il dominio.
Ecco, egli ha con sé il premio
e la sua ricompensa lo precede.
Come un pastore egli fa pascolare il gregge
e con il suo braccio lo raduna;
porta gli agnellini sul petto
e conduce dolcemente le pecore madri».

Salmo 103

R. Benedici il Signore, anima mia.

Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Sei rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un manto,
tu che distendi i cieli come una tenda. R.

Costruisci sulle acque le tue alte dimore,
fai delle nubi il tuo carro,
cammini sulle ali del vento,
fai dei venti i tuoi messaggeri
e dei fulmini i tuoi ministri. R.

Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.
Ecco il mare spazioso e vasto:
là rettili e pesci senza numero,
animali piccoli e grandi. R.

Tutti da te aspettano
che tu dia loro cibo a tempo opportuno.
Tu lo provvedi, essi lo raccolgono;
apri la tua mano, si saziano di beni. R.

Nascondi il tuo volto: li assale il terrore;
togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra. R.

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito

Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.
Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.
Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro,
e il suo amore per gli uomini,
egli ci ha salvati,
non per opere giuste da noi compiute,
ma per la sua misericordia,
con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo,
che Dio ha effuso su di noi in abbondanza
per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro,
affinché, giustificati per la sua grazia,
diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna.

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

ASCOLTIAMO

Luce molto intensa è rivelata a noi dal brano di Isaia come premessa per cogliere il brano di Luca (già visto nella IIIa di Avvento).

Isaia

E’ l’annuncio di un nuovo evento pasquale; come l'antico esodo, comporta tre momenti storico-salvifici distinti:

  1. una nuova elezione di Israele dalla terra di schiavitù;
  2. un nuovo passaggio attraverso il deserto;
  3. una nuova alleanza, come quella del Sinai, che rappresenta il termine della marcia nel deserto.

La nuova elezione significa che Dio torna a chiamare il suo popolo, torna a rivolgergli la parola, come già fece con Israele quando era schiavo in Egitto: quando Israele era un bambino io l'ho amato, e dall'Egitto ho chiamato mio figlio (Os 11.1).

Ma c'è una superiorità della nuova elezione rispetto all'antica, perché mentre in Egitto il popolo - pure schiavo - era tuttavia in piena espansione, ora nell'esilio babilonese è un popolo stremato e sfinito, è un non-popolo, come aveva profetizzato Osea.

La nuova chiamata di Israele equivale dunque ad una sua ricreazione dal nulla a cui era stato ridotto.

Luca (sarebbe necessario leggere tutto)

… Attendendo il popolo: c’è un’attesa, indispensabile perchè avvenga un incontro (anche i Magi attendono, hanno una domanda…)

… Lui vi battezzerà: Giovanni indica in quale direzione deve andare la nostra attenzione, la nostra ricerca: LUI…Fa un vero annuncio e un vero servizio all’uomo, chi gli indica la direzione e, specialmente, in CHI può trovare risposta alle sue domande di fondo.

… era in preghiera: pregare è scoprirsi, sentirsi davanti a Dio

… Se tu squarciassi i cieli: in quell’uomo che prega ci è dato di trovare la risposta alla domanda che percorre tutto l’A.T.: Se tu squarciassi i cieli e discendessi!”.

… Spirito santo…aspetto corporeo…come di colomba: cosa vuol dirci Luca? Quello che vuol dirci lo supera: tenta di esprimersi ricorrendo a cifre letterarie presenti in abbondanza nelle Scritture ebraiche.

  • E’ un annuncio che possiamo solo accogliere, in quanto ci supera (=viene dal cielo).
  • Questo annuncio è visibile in Gesù di Nazareth
  • Questo annuncio è una buona notizia: colomba, nella lingua ebraica ha la stessa radice di Torah (questo afferma U. Eco): cioè l’annuncio di Dio all’uomo prende forma di Parola (“vivente=Gesù” che è in fila con i peccatori per essere battezzato – “scritta nel Libro” che ha registrato le tante parole che gli agiografi hanno utilizzato nel tentativo di darLe forma scritta).

Dunque: ogni intervento di Dio nella storia è una buona notizia; anzi, l’annuncio ultimo supera sempre quello precedente!

CONTEMPLIAMO LA PAROLA

  1. Il cielo si aprì… all’inizio del Vangelo (riflessione ampiamente documentata in questo tempo di Natale) abbiamo ancora un richiamo alla fine: alla sua morte si squarcerà ancora il cielo (il velo) del tempio. Come dire: Dio non è più nascosto, si è fatto definitivamente conoscere e lo hanno visto tutti, non solo il sommo sacerdote, ma anche gli ultimi, i peccatori. Per cogliere questa immagine, è utile ricordare quanto avveniva nel tempio di Gerusalemme. Una volta all’anno, il sommo sacerdote entrava nel Santo dei Santi, cioè quella parte del tempio (grosso modo dove per noi oggi c’è l’altare) in cui veniva custodita l’arca dell’alleanza: era il luogo in cui Dio era presente e proprio per questo nessuno poteva accedervi. Questa parte era separata dal resto del tempio da un “tendone” (il “velo” del tempio) in modo che nessuno potesse vedere quello che ci stava oltre. Solo il sommo sacerdote, dunque, poteva varcare quel limite ed entrare in contatto con Dio: un Dio colto ormai come mistero, lontano, staccato… Con la morte di Cristo questo velo cade, così come all’inizio il cielo si apre: linguaggio forte per dire che con Cristo lo spazio tra l’uomo (terra) e Dio (cielo) è uno spazio definitivamente libero; ormai è diventato inutile il gesto del sommo sacerdote di entrare oltre il “velo” una volta l’anno; Cristo è il vero sommo sacerdote che ci permette di accostarci a Dio!!! La vita terrena di Gesù, vissuta ed “evangelizzata” tra il battesimo e l’ascensione, è la finestra di Dio sul mondo: i discepoli avvertono l’urgenza di portare a tutti questa buona notizia.
  2. Gesù, dunque, ha riconoscimento dall’alto, lui apre i cieli, lui è la nuova Torah…Lui può fare quello che neppure Giovanni può fare: non solo garantirci il perdono dei peccati, ma battezzarci in spirito Santo e fuoco: garantirci, cioè, che noi siamo Figli di Dio… siamo di altra stirpe… Il Battista ha questa funzione: possiamo sempre correre il rischio di ridurre il dono di Dio a livello di una semplice speranza umana, religiosa, sia pure di solidarietà e di giustizia. Quanti falsi messianismi! Per l’uomo moderno, abituato alla ricerca della propria identità e allo sfruttamento delle sue capacità, consegnarsi ad un terzo del quale si ha solo la speranza che esista e che sia effettivamente come è annunziato (PADRE) è assurdo, umanamente può apparire una mostruosità. Come è difficile quella fede che tiene l’uomo disponibile alla sorpresa del Dio sempre imprevedibile, al di là di ogni nostra attesa!

FONE’ dal cielo

Il termine “qol-fonè” (= suono, voce) è privilegiato per indicare l’intervenire di Dio – Sconosciuto, Misterioso. Gen 3, 8: Adamo ed Eva, dopo il peccato, nel “giardino” cercano inutilmente di nascondersi da Dio che li cerca come “…voce di Adonai-Dio…nel soffio del giorno”. Elia, in fuga dai suoi nemici che lo vogliono morto, in fuga dalla sua propria vita, in fuga da Dio, lo incontra come “…Voce…fruscio leggero… silenzio bisbigliato…”. L’amato del Cantico va in cerca dell’amata come “voce…dai monti…” (Ct 2,8).  Al popolo che cammina con difficoltà nel deserto e soffre per la mancanza di acqua, Dio è “… Voce…” che chiede di essere ascoltata come condizione per giungere alla “terra”.

Dopo la distruzione del Secondo Tempio, si affermò nei rabbini l’idea che con gli ultimi profeti lo Spirito Santo abbia abbandonato Israele e che al suo posto Dio abbia emanato una “voce dal cielo” per annunciare il giudizio divino. (Kittel. G.L.N.T., v. XV, voce fonè).

Questa “voce dal cielo” ora non è solo udibile, ma anche visibile in quell’uomo in fila con i peccatori. Cioè: è iniziato un nuovo giudizio di Dio nella storia.

BATESSIMO DI GIOVANNI e PASQUA DI GESU’

Che battesimo è quello di Giovanni? Che Battesimo è quello di Gesù? Il breve testo di Luca lascia spazio a questa domanda di cui abbiamo eco in altri brani del vangelo (cfr. Gv 4, 1-2), segno che le prime comunità se l’erano posta. Tentiamo di fare un po’ di chiarezza.

  1. Il Battesimo di Giovanni sembra non avere alcun imparentamento con il Battesimo di Gesù. Il suo è l’espressione di un bisogno di purificazione in vista dell’imminente arrivo del Messia. Tutto il capitolo 3 di Luca documenta questo. Come già nei Vangeli dell’infanzia, viene sottolineato che il popolo era in attesa e si domandava…. C’è un popolo che esprime l’urgenza di un arrivo e, di conseguenza, di una purificazione, di un cambiamento di direzione, di cambiare la “radice” della propria esistenza perché ormai l’Atteso sta per arrivare. Gesù – l’Atteso – solidale con l’uomo fino in fondo, si mette in fila mescolandosi con gli altri per essere immerso nelle acque del Giordano. Il Battista lo riconosce e annuncia la novità: io vi battezzo, ma viene colui…; acqua… Spirito Santo e fuoco…
  2. Questa novità non avviene lungo le rive del Giordano ma a Pasqua. Questa la rilettura fatta da Paolo [cfr.2° Lettura di oggi (Lettera a Tito), Lettera ai Galati, 1 lettera ai Corinzi] specialmente nella Lettera ai Romani. Rm 6, 3: O non sapete che quanti siamo stati immersi (battezzati) in Cristo Gesù, siamo stati battezzati (battezzati) nella sua morte…Rom 6,5: Se infatti siamo stati intimamente uniti (innestati) a lui a somiglianza della sua morte, lo saremo anche a somiglianza della sua risurrezione…Questo è il Battesimo di Gesù: l’immersione nella morte e risurrezione… questo è il mio Battesimo.

Conclusione:

Forse nelle nostre celebrazioni battesimali (e non solo) è rimasto molto dell’immersione nelle acque del Giordano (Battesimo di Giovanni); stentiamo molto ad aprirci alla novità dell’immersione nella morte e risurrezione che Cristo ha celebrato nella sua Pasqua (Battesimo Pasquale). E come l’ha celebrato Lui, il Capo, lo celebra anche ogni nato di donna, sue membra, che accetta di mettersi alla Sua sequela.

Occorre una nuova evangelizzazione del Battesimo. La parola stessa, Battesimo, rischia di essere un semplice riferimento ad un momento della nostra infanzia che io debbo documentare in determinati momenti della vita.