Parabola di Luca - Gruppo bilico giovani 2024-2025
UN TALE AVEVA DUE FIGLI… Lc 15,11-32 (Apri la versione PDF)
Riflessioni dei partecipanti al gruppo biblico giovani 2024-2025
Premessa[1]
Cosa significa meditare? Non è facile dirlo. Certamente significa innanzitutto approfondire il messaggio letto che Dio ti vuol comunicare. Occorre dunque uno sforzo, una fatica, perché la lettura deve diventare riflessione attenta e profonda. Certo un tempo, imparando la Scrittura a memoria, il cristiano era facilitato nella riflessione ripetendo nel cuore con estrema facilità la Parola ascoltata o letta. Tuttavia anche oggi tu devi consacrarti alla riflessione proporzionalmente alla tua cultura, alle capacità e ai mezzi intellettuali che possiedi.
Certo, vale il principio: "non l’erudizione ma l’unzione, non la scienza ma la coscienza, non la carta ma la carità”, tuttavia non è lecito un ascolto indisciplinato e occasionale, compiuto senza il rigore richiesto da ogni ricerca seria e senza l’uso degli strumenti utili alla comprensione. Se puoi, ricorri ai commenti dei Padri della chiesa, alle concordanze, in modo da commentare la Bibbia con la Bibbia, a studi esegetici o commenti spirituali. Vaglia però sempre la qualità di molte opere che hanno pretese di serietà o di spiritualità ma che in realtà non contengono che opinioni personali o deliri estatici […] più pieni delle parole del personaggio che le scrive che della Parola di Dio.
Tutti questi mezzi esegetici, patristici, spirituali, sono sicuramente utili alla meditazione e alla crescita della comprensione, tuttavia importante è lo sforzo personale, non privato, reso certo più fecondo se chi lo fa vive un’esperienza comunitaria o di fraternità o di gruppo, veri luoghi questi di discepolato della Parola, in cui non solo si legge insieme ma si esperimenta e si vive insieme la Parola.
Questo sforzo personale deve tendere a cercare la punta spirituale del testo: non la frase che colpisce di più, ma il messaggio centrale, quello più rapportabile all’evento morte-resurrezione del Signore. Cogli dunque il senso spirituale, da’ continuità e unità tra esegesi, apporti patristici e lettura della Bibbia con la Bibbia e cerca ciò che il Signore ti dice.
Non pensare di trovare quello che tu sai già: questa è presunzione! Né quello che ti piacerebbe trovare per la tua situazione: questo è il primato del soggettivo! il testo non è sempre comprensibile tutto e subito! Abbi l’umiltà a volte di riconoscere di aver capito poco o addirittura nulla: lo capirai più tardi…
A questo punto, se c’è stata una certa comprensione, rumina le parole nel tuo cuore e poi applicale a te, alla tua situazione... È Dio che ti parla: contempla lui, non te stesso. Non lasciarti paralizzare da una scrupolosa analisi dei tuoi limiti e delle tue deficienze di fronte alle esigenze divine che la Parola ti ha mostrato.
Certo, la Parola è anche giudizio, discerne il tuo cuore… ma ricorda che Dio è più grande della tua coscienza e che questo pungerti il cuore da parte di Dio è fatto sempre con verità e misericordia.
Stupisciti piuttosto di lui che parla al tuo cuore, del cibo che ti offre più o meno abbondante ma sempre salutare, meravigliati che la Parola venga deposta nel tuo cuore... Lasciati attrarre dalla Parola che ti trasforma nell’immagine del Figlio di Dio senza che tu sappia come.
La Parola che hai ricevuto è vita, gioia, pace, salvezza per te! Dio ti parla, tu devi ascoltarlo meravigliato come gli ebrei dell’esodo che lo vedevano operare meraviglie, come Maria che canta: «Il Signore fa per me meraviglie, Santo è il suo Nome!».
Dio si rivela a te: accogli il suo Nome ineffabile, il suo volto di Amante: sei nello spazio della fede! Dio ti ammaestra: modella la tua vita su quella del Figlio. Dio si dà a te, si consegna nella sua Parola: accoglilo come un bambino ed entra in comunione con lui…
Parla ora a Dio, rispondi a lui, ai suoi inviti, agli appelli, alle ispirazioni, ai richiami, ai messaggi che ti ha rivolto nella Parola compresa attraverso lo Spirito santo. Non fermarti più alla riflessione, ma entra in dialogo e parla come un amico parla con il suo amico… Parla con lui con fiducia e senza timore, lontano da ogni sguardo su te stesso, ma rapito dal suo volto emerso dal testo in Cristo Signore.
Io non posso darti molte indicazioni, perché qui ognuno sa e conosce l’incontro suo con Dio e non può dettare per gli altri, né descrivere nulla di sé. Cosa si può dire del fuoco quando si è immersi in esso? Cosa si può dire della preghiera-contemplazione se non che essa è il roveto ardente che brucia senza estinguersi e infiamma il cuore nel petto del credente facendolo ardere di amore per il Signore?...
Non pensare che questo cammino sia sempre facile, lineare e sempre percorribile fino in fondo… ringraziamento e secchezza spirituale, entusiasmo e atonia, parola parlante e parola muta, silenzio tuo e silenzio di Dio sono presenti e si intercalano nella tua lettura della Parola giorno dopo giorno.
Importante è essere fedeli a questo incontro: prima o poi la Parola si fa varco nel nostro cuore superando i nostri ostacoli, quelli che sono sempre presenti in un cammino di fede e di preghiera. Solo chi ha assiduità con la Parola sa che Dio è fedele e che non manca di farsi trovare e di parlare al cuore...