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Riletture del Vangelo di Don Nando

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LA PASQUA DI GESU’ NEL VANGELO DI MATTEO [Matteo 26-28]

MORTE (Apri la versione PDF)

Questi tre capitoli, probabilmente la prima stesura del Vangelo, sono la chiave di lettura di tutto il Vangelo. I discepoli che avevano abbandonato tutto per seguire Gesù, adesso abbandonano il Maestro. Gesù entra nel dramma della Passione completamente solo; non è rimasto nemmeno un discepolo da giustificare quanto sta facendo. Sembra proprio che nulla abbia senso.

Da cosa si capisce che Gesù è Figlio di Dio? Da quello che vedono i testimoni oculari? E cosa vedono i testimoni oculari? Vedono uno che muore nel completo fallimento della sua missione. Eppure proprio dal “come” vive questi ultimi momenti che lo portano alla morte, chi vede arriva a convincersi chi è realmente quell’uomo:

  • A partire da Giuda: «Ho peccato, tradendo il sangue innocente (giusto)». (Mt 27,4)
  • Poi la moglie di Pilato: «Nulla vi sia fra te (Pilato) e questo giusto». (Mt 27, 19).
  • Infine il centurione: «Davvero costui era Figlio di Dio». (Mt 27, 54).

Cosa vedevano? Un interrogato, un condannato, un maledetto appeso ad una croce (Deut.21,23). Perchè l’unica cosa che si può vedere – e l’hanno vista in tanti! – è il Crocifisso. Con la morte si entra già negli ultimi tempi. La morte di Gesù volta pagina: dai sepolcri escono i morti (Mt 27, 52ss). Con la morte hai distrutto la morte (cfr. Anafora II). La vera consolazione umana per noi è questa: Gesù condivide la nostra morte; questa è per noi la salvezza,

La Risurrezione è la celebrazione, la Festa per una Salvezza già avvenuta. Prima del racconto della Risurrezione, infatti, Matteo ci dice dove è avvenuta la liberazione dalla morte: «...le tombe si aprirono e molti corpi dei santi che vi giacevano risuscitarono, infatti dopo la risurrezione (ma non sì è ancora parlato della sua risurrezione!!!) di lui uscirono dalle tombe (Mt 27. 52-23). La Risurrezione di Gesù è narrata dopo, al capitolo 28!!!

Da dove, dunque, si capisce che Gesù è Figlio di Dio? Dalla sua umanità, dal modo con cui muore! La professione di fede è alla morte! Dopo incominciano i problemi dell’incredulità. Se voglio vedere qualcosa che supporti la mia fede, debbo guardare alla sua vita e, specialmente, alla sua morte. Dopo, ogni altra pretesa di vedere per credere, non fa più parte della fede cristiana, della fede nel Nazzareno.

RISURREZIONE

Con particolari diversi, tutti gli evangelisti cercano di raccontare la Risurrezione. Il risultato è la paura: la Risurrezione non dà pace, sconvolge! Occorre ancora l’invito a non temere (Mt 28, 5). La risurrezione è narrata come una teofania; cambiano i linguaggi, deve cambiare il nostro modo di approccio a questi testi.

L’annuncio è essenziale: Il Crocifisso è risorto, è vivo! Mentre la vita e la morte hanno testimoni oculari, la Risurrezione è affidata ad un annuncio; la Risurrezione è un evento che può essere solo annunciato. E questo incarico viene affidato a delle donne. La fede cristiana si fonda sulla testimonianza di chi non poteva testimoniare! Il diritto ebraico del tempo, a riguardo, è molto chiaro! La fede cristiana fondata sull’improbabile. La fede cristiana è esperienza che nasce nel segno della debolezza. La risurrezione non è una rivincita sulla morte, sulla debolezza. La Risurrezione è conferma del Padre che quella è la strada su cui l’umano deve transitare. Quell’attraversamento è il battesimo: una volta celebrato nel “segno”, lo si celebra per tutta la vita!

Riflettiamo un attimo. Cosa debbono annunciare le donne? Che hanno avuto una visione di angeli: figuriamoci??!! E viene raccomandato di dire agli apostoli di andare in Galilea. Perché? E’ l’inizio di tutta la storia: è là che Gesù ha incontrato i discepoli una prima volta; lungo il suo lago li aveva chiamati una prima volta. E’ quindi un invito a ricominciare, un invito a ripensare a quella storia alla luce degli ultimi eventi (quelli, appunto, narrati nei capp. 26-28). Come dire: solo chi ha un motivo serio per morire, ha pure un motivo serio per vivere una vita degna.

Premessa: non è certamente possibile proporre in questa sede una presentazione completa del racconto della Passione in Matteo. Mi sono limitato a due suggerimenti: [1] Raccordo tra Isaia e Matteo e [2] il rinnegamento di Pietro: poche note, credo sufficienti per farci entrare nel “mistero” del ricordo della Parola-Evento da cui nasce la possibilità della fede.

Dal libro del profeta Isaìa (Is 50,4-7) (Apri versione PDF)

Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi, sapendo di non restare confuso.

Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo,
perché io sappia indirizzare
una parola allo sfiduciato.

Ogni mattina fa attento il mio orecchio
perché io ascolti come i discepoli.
Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio
e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro.

Ho presentato il mio dorso ai flagellatori,
le mie guance a coloro che mi strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia
agli insulti e agli sputi.

Il Signore Dio mi assiste,
per questo non resto svergognato,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare confuso.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 21)

Rit: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?

Si fanno beffe di me quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
«Si rivolga al Signore; lui lo liberi,
lo porti in salvo, se davvero lo ama!». R.

Un branco di cani mi circonda,
mi accerchia una banda di malfattori;
hanno scavato le mie mani e i miei piedi.
Posso contare tutte le mie ossa. R.

Si dividono le mie vesti,
sulla mia tunica gettano la sorte.
Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, vieni presto in mio aiuto. R.

Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all’assemblea.
Lodate il Signore, voi suoi fedeli,
gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe,
lo tema tutta la discendenza d’Israele. R.

Troverai vari spunti di riflessione. Ti invito a fermarti sull’ultimo capitoletto: [C] IL RACCONTO DI LAZZARO NELLEA RIFLESSIONE DI J.P.MEIER, con particolare attenzione al paragrafo sottolineato. Buon fine-Quaresima e buona Pasqua.

Dal libro del profeta Ezechièle (Ez 37,12-14) (Apri la versione pdf)

Così dice il Signore Dio: «Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d’Israele.
Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio.
Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore. L’ho detto e lo farò». Oracolo del Signore Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 129)

Rit: Il Signore è bontà e misericordia.

Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica. R.

Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
Ma con te è il perdono:
così avremo il tuo timore. R.

Io spero, Signore.
Spera l’anima mia,
attendo la sua parola.
L’anima mia è rivolta al Signore
più che le sentinelle all’aurora. R.

Più che le sentinelle l’aurora,
Israele attenda il Signore,
perché con il Signore è la misericordia
e grande è con lui la redenzione.
Egli redimerà Israele
da tutte le sue colpe. R.

Dal primo libro di Samuele (1Sam 16,1.4.6-7.10-13) (Apri la versione PDF)

In quei giorni, il Signore disse a Samuele: «Riempi d’olio il tuo corno e parti. Ti mando da Iesse il Betlemmita, perché mi sono scelto tra i suoi figli un re». Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato.
Quando fu entrato, egli vide Eliàb e disse: «Certo, davanti al Signore sta il suo consacrato!». Il Signore replicò a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l’ho scartato, perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore».
Iesse fece passare davanti a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeté a Iesse: «Il Signore non ha scelto nessuno di questi». Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo, che ora sta a pascolare il gregge». Samuele disse a Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui». Lo mandò a chiamare e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto.
Disse il Signore: «Àlzati e ungilo: è lui!». Samuele prese il corno dell’olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 22)

Rit: Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce. R.
Rinfranca l’anima mia.

Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza. R.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca. R.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni. R.

 

Dal libro dell’Èsodo (Ex 17, 3-7) (Apri versione PDF)

In quei giorni, il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: «Perché ci hai fatto salire dall’Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?».
Allora Mosè gridò al Signore, dicendo: «Che cosa farò io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!».
Il Signore disse a Mosè: «Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani d’Israele. Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e va’! Ecco, io starò davanti a te là sulla roccia, sull’Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà».
Mosè fece così, sotto gli occhi degli anziani d’Israele. E chiamò quel luogo Massa e Merìba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: «Il Signore è in mezzo a noi sì o no?».

Salmo 94

R: La sua voce oggi ascoltate: non indurite il vostro cuore.

Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia. R.

Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce. R.

Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:». R.