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UNA PREMESSA: Luca sembra voler sottolineare con insistenza che, nell’incontro con Dio, l’uomo fa sempre l’esperienza di qualcosa che va perduto, di un ammanco (una pecora, una moneta, un figlio/fratello, dei beni… la propria vita!!!). Dio, però, Lui – solo Lui! –  che sopporta questo ammanco, alla fin fine riesce sempre a far quadrare tutto ma in un modo che tu, lettore, credente, ricercatore…non riesci a comprendere.

Dal libro del profeta Amos (8, 4-7) (Apri la versione PDF) (Ascolta l'audiomessaggio)

Il Signore mi disse:
«Ascoltate questo,
voi che calpestate il povero
e sterminate gli umili del paese,
voi che dite: “Quando sarà passato il novilunio
e si potrà vendere il grano?
E il sabato, perché si possa smerciare il frumento,
diminuendo l’efa e aumentando il siclo
e usando bilance false,
per comprare con denaro gli indigenti
e il povero per un paio di sandali?
Venderemo anche lo scarto del grano”».
Il Signore lo giura per il vanto di Giacobbe:
«Certo, non dimenticherò mai tutte le loro opere».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 112)

R: Benedetto il Signore che rialza il povero.

Lodate, servi del Signore,
lodate il nome del Signore.
Sia benedetto il nome del Signore,
da ora e per sempre. R.

Su tutte le genti eccelso è il Signore,
più alta dei cieli è la sua gloria.
Chi è come il Signore, nostro Dio,
che siede nell’alto
e si china a guardare
sui cieli e sulla terra? R.

Solleva dalla polvere il debole,
dall’immondizia rialza il povero,
per farlo sedere tra i prìncipi,
tra i prìncipi del suo popolo. R.

 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo (1Tm 2,1-8)

Figlio mio, raccomando, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio. Questa è cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità.
Uno solo, infatti, è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l’ha data nei tempi stabiliti, e di essa io sono stato fatto messaggero e apostolo – dico la verità, non mentisco –, maestro dei pagani nella fede e nella verità.
Voglio dunque che in ogni luogo gli uomini preghino, alzando al cielo mani pure, senza collera e senza contese.

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 16,1-13)

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.
Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».

Incontro la Parabola di Luca

Luca riprende il discorso interrotto con il padre sull'uscio di casa mentre cerca di invitare il figlio maggiore alla festa. Gesù aveva raccontato le parabole del capitolo 15 per rispondere all'accusa di scribi e farisei per il fatto che "mangiava insieme con i peccatori". Con questa parabola Luca sembra voler trasportare il problema al tempo della Chiesa degli anni 80.

La Chiesa di Luca sa che il suo "Signore", Cristo morto e risorto, "uomo ricco", le ha affidato una ricchezza immensa: la salvezza promessa è ora una realtà garantita dall'evento della sua Pasqua di morte e risurrezione. Questa Chiesa ha ora gli amministratori del suo Signore; come un tempo Cristo - il Signore - ha dovuto affrontare le accuse perchè dilapidava i beni del Padre, gli amministratori vengono accusati "come uno che dilapidava ciò che apparteneva a lui...", cioè questo patrimonio immenso che si era acquistato non con "Mammona di ingiustizia".... Che farò...? ora so che farò. E' una domanda che percorre la rivelazione di Dio all'uomo.  E' la domanda che percorre la Chiesa; la storia degli l'amministratori.  … Zappare...mendicare...: non erano forse le due strade - solo apparentemente opposte - che avevano percorso i due figli, rispettivamente quello maggiore e quello minore? Solo il Padre prepara e invita alla mensa!  ... Figli di questo secolo...figli della luce...Mammona di iniquità... Solo se ho messo in chiaro il ...ora so che farò... è possibile affrontare serenamente questo passaggio molto duro di Luca. Per Luca, senza mezzi termini, tutto ciò che abbiamo accumulato è frutto di ingiustizia. Non confondiamolo con un discorso economico oppure politico; dobbiamo partire da come vede le cose Dio e da come Gesù ha vissuto: quello che abbiamo operato, l'abbiamo fatto per puro amore di Dio e dei fratelli? Se siamo fuori di questa logica, non siamo figli della luce, viviamo nell'ingiustizia.  ... Quanto devi al mio Signore?... Questa nota ci aiuta a capire tutto il dinamismo del testo: il debito non è mai con noi, ma sempre con lui. Sbagliamo quando, anzichè guardare il modo di operare di Dio rivelato in Gesù di Nazareth, noi ci fermiamo agli amministratori. Anche loro non sono esenti dal rimprovero: anche loro, pur amministratori, figli della luce in teoria, possono diventare, di fatto, figli di questo secolo. Ma questo vale per tutti i battezzati.

Contemplo il mistero di Gesù e dei suoi amministratori.

  1. Una nota importantissima: “Egli disse ai suoi discepoli”. I capitoli che stiamo ascoltando in queste domeniche sono affollati da molti personaggi, Gesù ha molti interlocutori: la folla, farisei, pubblicani, peccatori… Alcuni discorsi, però, sono rivolti ai soli discepoli. Vuol dire che non sono di tutti? Una cosa è certa: solo una lunga frequentazione con Gesù, con la sua parola ci abilita a discorsi che, per altra strada, risulterebbero assurdi, impraticabili. Anche per me – presbitero, amministratore di grandi Beni – così come per ogni battezzato è sempre in agguato il rischio di strumentalizzare la Parola in modo moralistico. Riesco a farmi amministratore dell’immensa misericordia di Dio senza “se” e senza “ma”? Ma, prima ancora, io mi sento destinatario di questa misericordia così “assurda”? Mi pare di percepire una grande novità in questo annuncio, anche se vecchio di 2000 anni e più ancora. Papa Francesco ritorna spesso su queste tematiche, i media non perdono occasione per sottolinearlo. Forse perché, è un annuncio nuovo a cui non eravamo più abituati?!
  2. Probabilmente Luca vuol sottolineare che questa Parola deve essere ascoltata “anche” dai nuovi discepoli dal momento che i nuovi “amministratori” della comunità Lucana la dimenticano facilmente?! Luca qui continua l’annuncio delle parabole del capitolo XV: anche tu “economo” della comunità la devi tener presente molto bene. Tu sei un “economo” - amministratore nella Comunità-Chiesa: quando si parla del patrimonio del Padre, devi fare esattamente come ha fatto l’“Economo”- Amministratore Gesù Cristo; anche lui fu accusato di invitare a “mangiare e bere” (=invitare ai beni messianici!) dei debitori che in nessun modo avrebbero potuto contraccambiare il dono ricevuto. Stupendo: siamo gente che vive di sconto, non siamo in grado di pagare tutto il debito!!! La Chiesa è il luogo dello sconto: quello che non posso pagare io, l’ha già pagato l’Economo…
  3. Questa novità può veramente fondare un nuovo modo di “credere”, cioè di relazionarsi con Dio e con gli altri. La conoscenza di ciò che il Padre ha fatto per me, infatti, è il principio della mia vita con i fratelli: sono chiamato a diventare misericordioso come lui, non in base ad una teoria, ma sull’esempio di Gesù.  Chi non sa cosa fare, sono coloro che continuano ad essere legati alla morte, al non-senso, proprio come coloro che danno la morte al Signore perchè non sanno quello che fanno. Non penso di essere blasfemo se aggiungo: il giudizio di Dio sulla mia vita – è inutile dirlo – un po’ di paura… Se gli potrò dimostrare che ho cercato di fare come Lui…avrò senz’altro una buona scusante e io posso vivere un po’ più serenamente!

FOS

“Luce”.  Per questo sostantivo sono attestati, fin dai primi tempi, sensi letterali, figurati, filosofici. La luce ha una parte primaria nel culto, in tutte le religioni. La luce è la prima ad essere creata da Dio e molto spesso accompagna la sua manifestazione. Dio è il signore che sovranamente governa luce e tenebre. Luce è Jahvè in azione; tenebra (variante “mondo”) è tutto quanto vi si oppone. “… figli di questo mondo… figli della luce”: è l’espressione usata da Luca ed è ripresa più volte nel Nuovo Testamento. Nella comunità monastica di Qumran, sulle rive del Mar Morto, si riscontra questo uso linguistico fortemente dualistico. Luce e tenebre sono vie lungo le quali si cammina. Per essere figli della luce è necessario essere permeati della luce che è Dio; di conseguenza i figli della luce debbono separarsi dai figli delle tenebre. In questo dualismo rientra anche l’escatologia: la battaglia attuale è anticipazione della battaglia finale. Questa teologia ha influenzato alcuni scritti del Nuovo Testamento? Cristo stesso ha utilizzato questo linguaggio o è solo dell’evangelista?