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Dal libro del Siràcide 3, 3-7.14-17a (NV) [gr. 3, 2-6.12-14] (Apri la versione PDF)

Il Signore ha glorificato il padre al di sopra dei figli
e ha stabilito il diritto della madre sulla prole.
Chi onora il padre espìa i peccati e li eviterà
e la sua preghiera quotidiana sarà esaudita.
Chi onora sua madre è come chi accumula tesori.
Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli
e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera.
Chi glorifica il padre vivrà a lungo,
chi obbedisce al Signore darà consolazione alla madre.
Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia,
non contristarlo durante la sua vita.
Sii indulgente, anche se perde il senno,
e non disprezzarlo, mentre tu sei nel pieno vigore.
L’opera buona verso il padre non sarà dimenticata,
otterrà il perdono dei peccati, rinnoverà la tua casa.

SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 127 (128)

R. Beato chi teme il Signore e cammina nelle sue vie.

Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene. R.

La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa. R.

Ecco com’è benedetto l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita! R.

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési 3, 12-21

Fratelli, scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro.

Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie!

La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori. E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre.

Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come conviene nel Signore. Voi, mariti, amate le vostre mogli e non trattatele con durezza. Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino.

CANTO AL VANGELO Col 3, 15a.16a

R. Alleluia, alleluia.

La pace di Cristo regni nei vostri cuori;
la parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza.

R. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Matteo 2, 13-15.19-23

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti

vuole cercare il bambino per ucciderlo».

Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho

chiamato mio figlio».

Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di

uccidere il bambino».

Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito

poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».

I racconti di Matteo

Dopo il racconto dei magi, Matteo propone tre scene (fuga in Egitto, strage dei bambini, ritorno dall’Egitto). Oggi ascolteremo le due che riguardano Giuseppe, raccontate con lo stesso schema narrativo. Tre domande: 1. Quale schema narrativo utilizza Matteo? 2. A quale fonte, a quale narrazione Matteo si ispira? 3. Quale buona notizia dentro questo schema narrativo? Lo SCHEMA NARRATIVO richiama quello delle annunciazioni (Matteo già l’aveva utilizzato con il sogno di Giuseppe): Dio rivela una sua proposta all’uomo, gli fa conoscere il suo progetto in modo misterioso ma, nello stesso tempo, reale e concreto: * Dio si presenta (=viene mandato un angelo). *C’è un comando: prendi il bambino… * Il personaggio obbedisce: prese il bambino… * Questo fatto porta a compimento le Scritture: affinché si adempissero le Scritture… Quale FONTE, quale MODELLO NARRATIVO Matteo utilizza? Matteo si definisce “Scriba diventato discepolo del regno dei cieli, simile ad un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche” (Mt 13, 52). Dalle cose antiche estrae un autore anonimo, vissuto in Israele probabilmente nel periodo del ritorno dall’esilio babilonese. Questo autore anonimo si esprime proprio come Matteo. Vediamo il “suo” racconto del passaggio del Mar Rosso (cfr. Esodo 14, 15ss): * Il Signore entra in scena per interpellare il suo amico (Mosè). * C’è un comando da parte del Signore: ordina agli Israelitialza il bastone… stendi la mano…perché gli israeliti entrino nel mare all’asciutto… * Mosè obbedisce, stese la mano… * La Parola del Signore ha compimento: il Signore sospinse il mare… Lo schema narrativo dell’intero vangelo di Matteo sembra scritto sul calco di questo autore anonimo vissuto nel post esilio (gli esegeti lo chiamano “Fonte Sacerdotale”): * Gesù in Egitto = Ebrei in Egitto; * Gesù è richiamato, liberato dall’Egitto = Dio il Liberatore del suo popolo; * Gesù passa il “mare” (Giordano) = Ebrei passano il Mar Rosso; * Gesù passa un tempo  “40” nel deserto = il Popolo per 40 anni nel deserto; * Gesù fa una nuova alleanza (discorso del monte…discorso ecclesiale…) = Legge al Sinai; * Gesù Celebra la Pasqua con i suoi = Il banchetto di Alleanza; * Gesù morto risorge torna la Padre = Gli Ebrei prima non-popolo arrivano nella loro Terra. Detto questo, possiamo far dire a questi racconti quello che vogliamo. Stiamo oerò attenti a leggerli alla luce delle Scritture canoniche e non alla luce dei vangeli apocrifi.

MEDITIAMO

Quale BUONA NOTIZIA per noi?

  1. Gesù è il Figlio, il popolo, e anche il nuovo Mosè che permette al popolo di Dio (=il nuovo popolo di Dio, la Chiesa), quindi a ciascuno di noi, anche a me, di fare esodo verso la Terra. Io sono invitato a percorrere lo stesso sentiero, come e al seguito di Gesù Cristo… fino all’arrivo nella Terra che noi attendiamo perché ci fidiamo della fedeltà di Dio alla sua promessa. Sì, il nostro riferimento è la promessa di Dio, il suo “visitarci” che a noi è dato vedere e contemplare nel Figlio nato a Betlemme morto e risorto a Pasqua.
  2. Per comprendere tutto il racconto di Matteo, dobbiamo partire dalla Pasqua di Gesù. In Gesù di Nazareth morto e risorto, Matteo vede compiersi le vicende del suo popolo. Cioè, la vicenda umana di Gesù di Nazareth è letta come vicenda del popolo ebraico: stesso punto di partenza, stesse tappe, stessa meta… Cioè, per capire la vicenda umana di Gesù debbo conoscere la vicenda del suo popolo così come è narrata nelle Scritture; d’altra parte la vicenda umana di Gesù mi permette di capire il senso pieno della vicenda del popolo ebraico così come è registrata nelle Scritture. Possiamo sintetizzare così: Gesù è il “popolo eletto-figlio prediletto” che ripercorre la vicenda vissuta da Israele. Il culmine, l’evento fondante e chiarificatore di questa vicenda è l’arrivo alla Terra della Promessa, la Pasqua. L’uscita dall’Egitto, il passaggio del mare, l’esperienza del deserto, l’alleanza al Sinai… sono le parti intermedie che assumono il loro significato e il loro valore solo nel contesto del loro punto di partenza e della loro conclusione.
  3. Tutta la storia di questi inizi, e quindi anche la storia di questa Famiglia in cui Gesù ha mosso i suoi primi passi, è narrata su due registri diversi: quello visibile e violento del potere (personificato da Erode) e quello invisibile del sogno, utilizzato da Matteo come cifra per dire la rivelazione divina fatta all’uomo. Contrasto enorme: non vi è nulla di così fragile e impotente quanto il sogno, eppure sufficiente per sventare il disegno omicida di Erode. Come dire: nessun attentato dei poteri di questo mondo è in grado di mettere in pericolo la salvezza di Dio. In tutta la Bibbia, il sogno è un “luogo teologico” per dire di un evento che tu non riesci a capire fino in fondo ma di cui tu ti devi fidare e accogliere: perché solo così a Dio è permesso di fare pienamente storia con il suo popolo. E Matteo, lo scriba Matteo, è puntuale nel sottolineare questo concludendo così i suoi racconti: …perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore.

EMPAIZO

La liturgia di oggi ha omesso i versetti riguardanti la strage dei bambini; questo ci toglie una chiave di lettura molto importante per cogliere i due episodi che ne fanno da cornice. In questi versetti omessi troviamo questa espressione: “Erode…era stato giocato”. Matteo usa il verbo “empaizo” (ha dentro la radice pais = bambino). Questo verbo significa giocare o saltellare di gioia, farsi gioco di qualcuno, deridere, irridere, schernire. E’ un verbo usato poco nel NT e solo nei Sinottici. Nel nostro testo vuole mettere in ridicolo Erode, la sua incapacità di portare a compimento la sua impresa (malvagia!); e questo sia per la sua sconsideratezza, sia per la sua avventata presunzione, sia anche perché qualcuno lo mette in scacco. Nell’economia del vangelo di Matteo, questo qualcuno è “in sogno … Giuseppe…il bambino…”. Matteo (Mt 27, 27-31) riprenderà lo steso verbo nel racconto della flagellazione: “si presero gioco di lui…si furono presi gioco di lui…”. Questa volta sono gli altri che vorrebbero far questo nei confronti di Gesù; sarà ancora Lui, però, a mettere in scacco il “potere” anche se, per un attimo, il potere sembrerà avere vittoria su di Lui!