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NESSUNO SI SALVA DA SOLO (Apri la versione PDF)

O ci salviamo insieme, o non ci salveremo mai. Anche il rapporto con Dio prima di essere individuale è comunitario.

Il credente (come pure l'uomo) non si fa da solo, ma insieme; sono gli altri che lo stimolano, lo fanno crescere. L'idea di fraternità dovrebbe contrassegnare la vita della Chiesa. Il centro non è il prete, ma il popolo di Dio, la comunità.

Il cristianesimo non è fondato sul dovere, sulle funzioni, ma sulle persone e sulle relazioni. Persone animate dalla passione. Al centro non possono esserci delle attività, fossero pure delle attività sacramentali, catechistiche, “religiose”, ma la passione, le relazioni.

Oggi la cultura e la teologia stanno riscoprendo e valorizzando il "cuore" considerato come quello non che acceca, ma che illumina l'intelligenza. Solo uno che ama vede chiaro, scriveva Saint-Exupéry nel “Piccolo Principe”.

Anche Dio è un abbraccio di relazioni tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Papa Francesco lo afferma nella Lettera Laudato si': «Tutte le creature sono connesse tra loro…tutto è in relazione». Nulla esiste da solo, neppure Dio, nulla esiste a prescindere dalle relazioni.

Proveniamo da secoli di individualismo che ha così esaltato il privato da appannare e affossare il valore della comunità. La comunità è ancora considerata una limitazione per la libertà del singolo. Anche la fede è ancora vissuta per lo più così. Essa valorizza il rapporto con Dio e meno, molto meno, il rapporto con la comunità considerata periferica e irrilevante nei riguardi della fede. Pure i sacramenti erano intesi come l'incontro con Dio e non come l'inserimento e la crescita nella comunità.

Una secolare catechesi preoccupata della "salvezza" dei singoli, ha oscurato il senso della comunità. Il concilio Vaticano II ha scritto: «Piacque a Dio di santificare e di salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra loro, ma volle costituire di loro un popolo che lo riconoscesse secondo la verità e lo servisse nella santità» (LG 9). Prima siamo comunità, Chiesa, e poi ci incontriamo con Dio. Christos Yannaras, teologo ortodosso, dichiara: «Nessun sacramento mira alla santificazione dell'uomo come individuo, ma al suo inserimento in quella comunione di persone che si chiama Chiesa». (cfr. La cella del vino, ed. Servitium).

Nella Lettera La gioia del Vangelo (n. 113) Papa Francesco propone questa prospettiva: «Dio ha scelto di convocare gli uomini come popolo e non come esseri isolati. Nessuno si salva da solo, cioè né come individuo né con le proprie forze».

 

 

 

Corresponsabili.

Oggi, per la carenza (provvidenziale?) di presbiteri, viene riscoperta la comune responsabilità del popolo di Dio nel quale vivono risorse e carismi, per lungo tempo soffocati dalla ingombrante centralità dei preti. Questa comune responsabilità non è una concessione della gerarchia. Questa responsabilità non deve essere considerata un cedimento alla mentalità democratica partecipativa, ma appartiene alla linea più autentica della parola di Dio e anche della Chiesa dei primi secoli. È il popolo di Dio nel suo insieme che è chiamato a celebrare le grandi meraviglie di Dio (compito liturgico e sacerdotale); è il popolo che ha il compito di ascoltare la Parola, di annunciarla, di renderla viva dentro la storia (compito profetico); è sempre al popolo che è affidata la missione di «far crescere il mondo», sull'esempio di Cristo, che è un «re» venuto non per «farsi servire», ma per servire (compito regale).

Come aprirsi a relazioni di amicizia nella parrocchia?

  1. Vivere il valore della diversità e del pluralismo
    L'accoglienza della diversità è la valorizzazione di ogni singola persona, della sua originalità e irripetibilità. La Chiesa è una comunione di persone e gruppi differenti, senza omologazione o intruppamento, ma anche senza competitività o indifferenze reciproche. Essa è chiamata ad essere la convivialità delle differenze.
  2. Educarci all'attitudine del «pensare insieme»
    Se la differenza è una risorsa, nella Chiesa deve crescere la cultura del «pensare e scegliere insieme».
  3. Amarsi è non pretendere persone e comunità perfette.
    Occorre imparare ad essere misericordiosi verso se stessi e verso gli altri, permettendo a ciascuno di essere quello che è, rinunciando a pretendere di essere una Setta di perfetti. Nel suo libro Non perfetti, ma felici (EDB), fratel Michael-Davide così si esprime: «Per essere uomini e anche credenti occorre accettare l'ambiguità che è in noi, saper vivere nella debolezza senza interrompere il cammino, prendere coscienza che mai saremo la persona che abbiamo sognato, un militante puro e duro. Occorre saper morire alle attese su noi stessi e saper vivere nella fragilità. Questo non per rinunciare a crescere, ma per accettarci come siamo e vivere in maniera realista: saremo più vicini al pubblicano che si pente e accetta la sua debole umanità, che al fariseo che si sentiva superiore perché era un rigoroso osservante» (cfr. Lc 18,9-14).

Un sincero saluto a tutti, un cordiale benvenuto a tutte le famiglie venute ad abitare di recente tra noi, un ricordo particolare ai malati o anziani impediti.
don Nando e don Augusto

PROGETTO “CATECHESI INSIEME”

«L'educazione alla fede da parte dei genitori si realizza già quando i membri della famiglia si aiutano a crescere nella fede attraverso la testimonianza di una vita cristiana vissuta in conformità al Vangelo. La catechesi familiare precede, accompagna e arricchisce le altre forme d'insegnamento della fede» [Concilio Vaticano II°, Luce delle genti n° 11].

Da diversi anni stiamo proponendo itinerari di ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO per bambini, giovani e adulti.

Per i bambini

Continueremo a proporre il coinvolgimento dei genitori nella catechesi di Iniziazione cristiana dei bambini dai 7 ai 12 anni. Offriamo l’opportunità di celebrare la cosiddetta “Prima comunione” e la “Cresima” in date e periodi non coincidenti con la frequentazione dei corsi scolastici, ma sulla base di una attenta valutazione del cammino di fede condiviso in famiglia.

Per adolescenti e giovani

Per gli adolescenti del “dopo Cresima” proponiamo due anni di ritorno sui testi del Vangelo cercando di collegarli con alcune problematiche tipiche della loro fase di adolescenti. Per i giovani delle Superiori: ci rimetteremo in cammino con stimoli, tracce, progetti.

Per gli adulti.

L’età adulta, più che una condizione acquisita una volta per sempre, è un itinerario, anche per quanto riguarda la propria esperienza di fede e di appartenenza corresponsabile alla comunità cristiana. Proponiamo vari cammini di ascolto guidato della Parola di Dio (Buon Pastore: Genesi, I Profeti, Vangelo di Luca, Padre Nostro, Cammini di umanizzazione: Letture bibliche per i giovani, Introduzione alla Bibbia (per i giovai); S.Evasio: Cantico dei Cantici).

PRENDI NOTA - AVVISI IMPORTANTI - PRENDI NOTA

Incontro genitori II Elementare

VENERDI 23 settembre, ore 21 al Buon Pastore INCONTRO GENITORI dei bambini di 2a ELEMENTARE.

Ordinazione diacono

Sabato, 24 settembre, alle ore 17 in Cattedrale, il Vescovo ordinerà Diacono GRASSI ROBERTO, seminarista della nostra Comunità.

Proiezione video dei campi estivi

Martedì 27 settembre ore 21 a S. Evasio: VIDEO Campo Marzano - anno della Cresima.
Mercoledì 28 settembre ore 21 a Buon Pastore: VIDEO Campo Falcade IIa – IIIa Media
Giovedì 29 settembre ore 21 a Buon Pastore: VIDEO Campo Falcade Giovani delle Superiori

Giornata comunitaria di inizio anno pastorale

Domenica 25 settembre: Inizio Anno Pastorale a Marzano.

Dedicazione chiesa del buon pastore

Domenica, 2 ottobre, Festa della Dedicazione della Chiesa del Buon Pastore.

Celebrazione di inizio dei gruppi di ascolto della parola

Giovedì 6 ottobre ore 21 al Buon Pastore Celebrazione di inizio di tutti i gruppi di ascolto della Parola